Analisi dei Btp nell'ultimo periodo
Nell’ultimo mese, per la precisione dal 7 ottobre (data della prima quotazione del BTP a 50 anni) al 18 novembre, i rendimenti dei titoli di stato italiani (come peraltro accaduto per la maggior parte dei governativi degli altri paesi europei) sono aumentati tra lo 0,5% e lo 0,7%. A prima vista, questa modesta variazione dei tassi potrebbe far sembrare trascurabile l’effetto sui prezzi dei titoli che si muovono in direzione opposta (e quindi sono scesi) rispetto ai rendimenti. Ma non è affatto così. Infatti, tanto più la scadenza del titolo è lontana tanto più il suo prezzo è sensibile alla variazione dei tassi di interesse.
Per esempio il BTP 1.11.2021 (scadenza tra 5 anni) ha visto salire il tasso di interesse dello 0,48% (dallo 0,42% allo 0,9%) mentre il suo prezzo è sceso del 2,3%, il BTP 1.11.2026 (decennale) a fronte di un incremento del tasso di interesse dello 0,64% ha lasciato sul terreno il 5,1%, il BTP 1.8.2036 (scadenza fra 20 anni) ha visto aumentare il tasso di interesse dello 0,61% e il suo prezzo ha perso il 9,2% e il BTP 1.3.2067 (scadenza fra 50 anni) a fronte di un aumento dell’interesse dello 0,55% ha peso il 12,5% del suo valore.
Come si può constatare, è stato sufficiente anche un modesto rialzo dei tassi per provocare ai possessori di titoli di stato a lungo termine perdite ingenti in un solo mese e mezzo. Una lezione che i piccoli risparmiatori dovrebbero tenere bene a mente in uno scenario che fa intravedere nei prossimi mesi più probabilità di un rialzo dei tassi di mercato che non di un ribasso dei tassi.