Bitcoin è fuori controllo come i mutui subprime prima del 2008. L’allarme della Consob
L’effetto speculativo del Bitcoin finisce sul tavolo del numero uno della Consob, Paolo Savona: ci sono analogie con i mutui subprime che aprirono la grande crisi negli Stati Uniti. La soluzione? Una stretta collaborazione internazionale sulle orme di Bretton Woods.
Mentre i tweet di Elon Musk, che è tornato ad aprire ai pagamenti in criptovaluta per le auto Tesla, stanno spingendo la quotazione del Bitcoin verso la soglia psicologica dei 40.000 dollari, dalla Consob suona l’allarme sugli effetti speculativi che tanto il BTC quanto le altre Altcoin stanno innescando.
Nella sua relazione annuale, che ruotava intorno al tema cardine del risparmio, il numero uno dell’authority Paolo Savona ha infatti parlato di una analogia tra il crypto-mercato odierno e l’esperienza dei mutui subprime pre-2008, auspicando una soluzione internazionale.
Bitcoin è fuori controllo, l’allarme della Consob
Nel dettaglio, Savona ha affermato che “questi nuovi comparti del mercato sono in rapida evoluzione e sembra ripetersi l’esperienza antecedente la crisi del 2008, quando i contratti derivati si svilupparono fino a raggiungere una dimensione di dieci volte il Pil globale, assumendo forme complesse che ricevettero un rating elevato”. Con le dovute distinzioni, rileva Savona, “è prevedibile che stia accadendo qualcosa di analogo nel mercato dei prodotti monetari e finanziari virtuali, soprattutto criptati”.
Sotto la lente l’alta volatilità nel crypto-mercato, visto che prima dello stop di Musk ai pagamenti in criptovaluta per le auto Tesla un Bitcoin era sufficiente ad «acquistare un’auto elettrica di grossa cilindrata», per poi perdere circa metà del suo valore poco dopo. Il problema, secondo Savona, non è tanto lo strumento in sé, ma piuttosto il perno dell’impenetrabile blockchain, che senza un presidio adeguato potrebbe determinare «un peggioramento della trasparenza del mercato, fondamento della legalità e delle scelte razionali degli operatori».
Serve una stretta collaborazione internazionale
Quale soluzione, allora? Secondo Savona «l’informatica finanziaria è una lampada prodigiosa dalla quale è uscito il genio. Le autorità non riusciranno a riportarlo dentro, perché esso agisce nella sfera immateriale controllabile solo cambiando protocollo di scambio delle informazioni, ossia frammentando l’unità del mercato mondiale e così riducendo il saggio di competitività internazionale». Insomma, gli strumenti di vigilanza tradizionali non sono più efficaci di fronte alle ultime innovazioni finanziarie.
Per questo, Savona auspica una soluzione internazionale, visto che i nodi - come ad esempio la schermatura delle attività criminali assicurata dall’architettura delle crypto - non possono essere sciolti «a livello nazionale», ma solo con «una stretta collaborazione» tra gli Stati.