Borse, bond, oro o cash? Ecco quanto valgono mille euro investiti 10 anni fa
La prudenza degli italiani in fatto di investimenti rischia di diventare un boomerang: lasciare i risparmi cash o nel conto corrente significa perdere in termini di potere d’acquisto. Invece azioni e bond hanno regalato negli anni performance ben diverse. Ecco i numeri di tutte le asset class
di Morya Longo
3' di lettura
Gli italiani, che hanno un terzo della propria ricchezza finanziaria parcheggiata sui conti correnti o sotto il materasso, sembrano esserne convinti: per proteggere i risparmi è meglio evitare i mercati finanziari. Eppure, se si guarda la storia più o meno recente, si scopre che in termini di potere d’acquisto sono proprio il «materasso» e il conto corrente a svalutare veramente i risparmi. Non le Borse o i bond.
Mille euro lasciati cash dieci anni fa, oggi infatti valgono (in termini di potere d’acquisto e dunque considerando l’inflazione) solo 875 euro. Mentre gli stessi mille euro investiti sempre 10 anni fa sulle Borse globali oggi ammontano (sempre in termini di potere d’acquisto) a 2.241 euro. E se investiti sulle obbligazioni globali risultano diventati 1.156 euro.
AZIONI E BOND BATTONO IL CASH
Questi calcoli, realizzati per Il Sole 24 Ore da AdviseOnly, non vanno fraintesi. Non vogliono infatti dire che i mercati finanziari non abbiano rischi. O che garantiscano guadagni facili. O che le performance passate siano indicative del futuro. Tutt’altro, sia chiaro. Questi numeri mostrano però che i mercati finanziari non sono qualcosa da evitare a tutti i costi come tanti italiani fanno. Guardando i dati e le performance di tutte le principali asset class, si può infatti avere una prospettiva diversa rispetto alla retorica spesso dominante. Una prospettiva utile, soprattutto in apertura del mese dell’educazione finanziaria. Perché i numeri che arrivano dai mercati questo raccontano: mettere i soldi sotto il materasso è il modo migliore per perderli, per farli erodere da quel tarlo invisibile e silenzioso chiamato inflazione. Investirli sui mercati, con una buona diversificazione, può offrire invece migliori opportunità.
Mercati battono cash
Sono i dati a dirlo. Supponiamo che avessimo avuto 1.000 euro da investire 20, 15, 10, 5, 3, 2 o un anno fa. Orizzonti temporali ben diversi, che offrono però quasi sempre il medesimo risultato. Mille euro investiti in azioni globali 20 anni fa sarebbero oggi 2.154 euro in termini reali (cioè considerando l’inflazione e dunque il potere d’acquisto). Questo significa che la performance cumulata reale sarebbe del 115,4%. Il che significa una performance annua (sempre reale) del 3,08%. In 15 anni gli stessi mille euro messi sulle Borse globali sarebbero diventati 2.589 euro, in 10 anni 2.241 euro, in 5 anni 1.359 euro, in tre anni 1,343 euro e in un anno 1.030 euro. Insomma: chi avesse puntato sui listini globali nel medio e lungo termine avrebbe vinto. Con un bel po’ di patemi d’animo, soprattutto durante la crisi del 2008, ma avrebbe vinto.
Numeri meno eclatanti, ma altrettanto positivi, per i mercati obbligazionari mondiali. Mille euro messi sui bond globali 20 anni fa oggi sarebbero - in termini reali - 2.127 euro. In 10 anni si sarebbero rivalutati a 1.156 euro. E risultati positivi si sarebbero avuti anche in orizzonti temporali più limitati. Per contro, come detto, il cash vede solo una lenta e inesorabile erosione del potere d’acquisto: mille euro in 20 anni si sarebbero praticamente dimezzati. Ripetiamo: questo è in termini reali, tenendo costo dell’inflazione. Significa insomma che mille euro sotto il materasso sarebbero ancora mille euro nominali, ma il loro potere d’acquisto si sarebbe dimezzato. E sui conti correnti l’erosione non cambia: ormai i rendimenti medi sono - secondo Bankitalia - pari a 0,37% e i costi di gestione sono saliti a 86,9 euro.