Popolari e casse non quotate: arriva il nuovo borsino per evitare altri casi Vicenza
Dopo Ravenna e Imola, nei prossimi mesi sbarcheranno su Hi-Mtf i titoli di un’altra decina di istituti. Le più dimensionate sono Volksbank – per cui la quotazione è attesa entro l’estate - e Popolare di Bari, che sconta un rapporto prezzo / valore di libro di 1,1. Le azioni, al momento illiquide, non hanno ancora un prezzo definito. Il recesso stabilito nello scorso dicembre potrebbe subire ribassi anche significativi. In una situazione simile è un’altra popolare del sud, Puglia e Basilicata, per la quale secondo Andrea Cattapan, dell’Ufficio Studi e Ricerche di Consultique, “come per Bari, non vi è solo un problema di valutazione, con il rapporto prezzo/valore di libro che raggiunge l’unità, ma anche di un alto livello di crediti deteriora ti rispetto al patrimonio netto”.
Gli azionisti delle banche che si preparano ad aprirsi al mercato studiano i casi di chi su Hi-Mtf c’è già. Come l’emiliana Cassa di Risparmio di Cento. O la bresciana banca di Valsabbina. Quotata dallo scorso luglio, dopo una serie di dolorosi (per chi vende) aggiustamenti, la banca bresciana ha visto stabilizzarsi il prezzo poco sotto i 6 euro, metà degli 11,2 a cui l’azione veniva proposta inizialmente. Ma la prospettiva della vigilia sembrava forse peggiore. Nel 2016 il valore delle azioni della Valsabbina, incedibili nel borsino interno, erano arrivate a perdere il 60 percento del valore. Oggi il volume di scambi si è assestato a 150mila euro a settimana, e l’azione quota a circa metà del proprio patrimonio netto. Nel caso di Banca Sella, sul borsino Mtf da febbraio 2016, si è avuta una fase di recupero negli scambi fino a metà anno (in linea con gli andamenti dei titoli bancari in Borsa), poi la mole delle transazioni si è ridotta. Oggi i prezzi sono ai livelli minimi. La pressione in vendita aumenta, mentre gli ordini di acquisto latitano.
Da rimarcare, secondo Cattapan, il fatto che «i multipli di molte banche non quotate rimangono decisamente sopra la media di sistema. Non è solo un problema di patrimonio, che in molti casi mostra valori in rafforzamento. A pesare è soprattutto una redditività che stenta a ripartire e rimane su livelli sacrificati, a causa di elementi contingenti. A partire dai tassi ancora bassi. Ma anche delle svalutazioni che annualmente gli istituti sono costretti a fare in bilancio». Alcune banche devono la paralisi dei borsini interni alla valanga di crediti in sofferenza che pesa sui conti. È il caso delle casse di risparmio di Rimini e San Miniato. Per entrambe il rapporto fra sofferenze e patrimonio netto supera il doppio. Uno stallo senza uscita, al punto che – più che un’improbabile quotazione – lo sbocco sembra essere un’ imminente acquisizione. In prima fila, fra chi sarebbe pronto a incorporare le due banche, c’è Cariparma/Credit Agricole.