Osservatorio Mercati 05/02/2018
Settimana negativa per i mercati azionari internazionali, in quella che è la prima vera fase negativa non solo del 2018 ma anche considerando gli ultimi mesi di borsa. Negativi infatti gli indici europei ma anche quelli americani ed emergenti, dopo che questi ultimi erano stati i più tonici nelle precedenti settimane. La tensione deriva non tanto da elementi macroeconomici inerenti la crescita o relativi ai valori fondamentali (eps) delle aziende, ma da una progressiva mutazione delle altre asset class, in una logica quindi intermarket
La pressione sui rendimenti, il primo elemento, è percepibile sia negli USA sia in Europa, ma è il decennale americano a varcare nuove soglie che diventano ‘trigger’ anche per l’azionario. Il secondo elemento, quello del rafforzamento dell’Euro rispetto al Dollaro, evidenzia un contesto più complicato nei rapporti tra le valute ma che, nei fatti, mette in difficoltà l’azionario europeo già da qualche mese. Unire tutti ‘i punti’ di questa fase porta, quindi, a più letture che spiegano gli andamenti delle asset class, ma va anche aggiunto, nello specifico dei mercati equity, che si viene da un paio di mesi dove specie l’azionario USA aveva accelerato il proprio trend in maniera poco sostenibile, rendendo di fatto necessario un ‘catalizzatore’ che innescasse un movimento di ritracciamento. Nell’ottava appena conclusa l’S&P 500 perde oltre il 3% (il Nasdaq sostanzialmente in linea con questo valore) e dal top in area 2870 e torna in area 2750, appensantito sia da settori cyclical, sia da quelli più difensivi, segno di una correzione generale del mercato. Ipotizzabile un’ampliamento della fase correttiva verso i principali sostegni statici (2600-2680 potrebbe essere un target).
In Europa i ribassi sono stati anche maggiori, come spesso accade nelle fasi di maggiore volatilità: il Dax continua a perdere forza tra i mercati e storna di oltre il 4%, un punto in più rispetto alla media europea (solo i paesi nordici hanno smussato le perdite, -1,5%). L’indice tedesco in poche sedute arriva a bucare quota 13.000, tornando sugli importanti supporti in area 12.800-12.900, che già avevano dato sostegno a dicembre. Sotto quei valori ipotizzabile un allargamento della fase correttiva. Anche in Europa scendono tutti i comparti, dall’Health Care alle Auto, dalle Telecom alle Costruzioni. Tra gli altri mercati: negativo il Nikkei (-1,5%) e gli emergenti (soprattutto India, -2,7%, Shanghai -2,7% e Sudafrica - 4,8). Intanto il Vix riemerge dai minimi in area 10 e si sposta velocemente tra 16 e 18, ma pronto anche ad incrementare il suo picco periodico (22-24). Un contesto quindi di storno, all’interno della tendenza primaria, necessario anche per consolidare la struttura rialzista e renderla più sostenibile. Movimenti significativi sul mercato delle materie prime: deboli tutti i metalli preziosi (oro -1,2%, argento -4%), deboli anche quelle energetiche (petrolio -1%) mentre tra le industriali hanno registrato variazioni contrastate. In generale il basket perde poco più dell’1%, rimanendo comunque in un trend ancora positivo sul breve e medio periodo..
NB: Scarica l'articolo 13/11/2017
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