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S&P 500 prossimo al top storico: opportunità o rischio per gli investitori?

Mercati

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L’S&P 500 è attualmente a meno dell’1% dal suo massimo storico di 5.667 punti, raggiunto il 16 luglio. “Questa è una buona notizia per chi ha già investito, ma può risultare frustrante e costoso per chi attende un ribasso per mettere al lavoro la propria liquidità: Con le azioni vicine ai massimi storici, molti investitori sono preoccupati dal rischio di subire forti e dolorosi ribassi. Tuttavia, un’analisi dei rendimenti totali mensili delle azioni a larga capitalizzazione statunitensi (come l’S&P 500) dal 1945 suggerisce che, a lungo termine, i rischi di ribasso potrebbero non essere così elevati come alcuni investitori potrebbero pensare”. A farlo notare è Mark Haefele, Chief Investment Officer di UBS Global Wealth Management, che di seguito spiega nei particolari l’analisi.

Rischi di ribasso: meno elevati di quanto sembra

Esaminando i dati storici, emerge che i rischi di ribasso a partire da punti casuali nel tempo non sono così alti come comunemente percepito. Se un investitore avesse acquistato il mercato azionario statunitense in un momento casuale, nel 28% dei casi non avrebbe mai visto il suo investimento (inclusi i dividendi) scendere in territorio negativo. In oltre la metà dei casi, l’investitore non avrebbe mai subito un ribasso superiore al 5%, e solo nel 19% dei casi avrebbe sperimentato una perdita superiore al 20%.

Sorprendentemente, i rischi di ribasso a partire dai massimi storici sono risultati essere inferiori rispetto a quelli da punti casuali. Nel 32% dei casi in cui l’investitore avesse acquistato ai massimi storici, non avrebbe mai visto il suo investimento scendere in perdita. Solo nel 15% dei casi, invece, l’investitore avrebbe subito un calo superiore al 20%.

Massimi storici e possibili guadagni futuri

Il fatto che i massimi storici siano spesso seguiti da ulteriori guadagni può sembrare controintuitivo. Tuttavia, è importante ricordare che i massimi storici non sono la stessa cosa dei picchi di mercato. Per ogni caso come quello del 2000 o del 2007, quando acquistare ai massimi si è rivelato una cattiva idea, ci sono stati molti altri casi come quelli del 1982, 1992, 1995, 2013, 2016, metà 2020 e inizio 2024, quando gli investitori sono stati premiati per aver mantenuto la fiducia nel mercato.

Portafogli bilanciati: rischi di ribasso inferiori

Se consideriamo un portafoglio appena acquistato composto dal 60% in azioni statunitensi a larga capitalizzazione e dal 40% in obbligazioni governative statunitensi, vediamo che in due terzi dei casi l’investitore non avrebbe mai subito un ribasso superiore al 5%. Solo nel 5% dei casi l’investitore avrebbe subito una perdita superiore al 20% rispetto al livello di acquisto. Sebbene la storia non garantisca performance future, suggerisce che i portafogli bilanciati subiscono meno perdite rispetto ai portafogli composti solo da azioni.

L’importanza di investire subito

Questi dati sono importanti perché molti investitori sovrastimano il valore di cercare di “temprare” il mercato e sottovalutano il costo di rimanere non investiti in attesa di un’opportunità per acquistare durante un ribasso. Crediamo che mettere subito al lavoro la liquidità sia di solito la migliore strategia, poiché storicamente le probabilità non sono a favore di chi spera di poter acquistare a un livello inferiore.

Con i rendimenti della liquidità che probabilmente si eroderanno con il progredire del ciclo globale di riduzione dei tassi di interesse, raccomandiamo agli investitori di sviluppare un piano disciplinato per investire la liquidità. Questo può includere strategie come il “dollar-cost averaging” o fasi di ingresso nel mercato per navigare l’entrata. Gli investitori possono anche considerare investimenti strutturati e strategie di opzioni come l’acquisto di call e la scrittura di put, che possono offrire protezione contro il costo opportunità di entrare gradualmente nel mercato.

Prospettive per il 2024: un ambiente costruttivo per azioni e obbligazioni

Crediamo che l’attuale contesto di inflazione in calo, tassi di interesse probabilmente più bassi e crescita economica moderata sia favorevole sia per le azioni che per le obbligazioni. I dati recenti sul PCE (Personal Consumption Expenditures) indicano un’ulteriore riduzione dell’inflazione, avvicinandosi all’obiettivo del 2% della Federal Reserve. Ciò supporta la nostra aspettativa che la Fed inizi a ridurre i tassi di interesse già a settembre.

Tuttavia, la velocità di questi tagli e la più ampia ripresa economica dipenderanno da due fattori chiave: la spesa dei consumatori e il mercato del lavoro. Sebbene la resilienza della spesa dei consumatori sia incoraggiante, la riduzione del tasso di risparmio al di sotto del 3% e un tasso di disoccupazione in aumento potrebbero rappresentare rischi al ribasso. Il nostro scenario di base prevede un “atterraggio morbido”, con la Fed che taglierà i tassi di interesse in ciascuno dei tre restanti incontri del 2024, con una riduzione totale di 100 punti base. Questo scenario dovrebbe creare un contesto positivo per gli asset di rischio, come le azioni di qualità, erodendo gradualmente l’attrattiva della liquidità. Raccomandiamo agli investitori di prepararsi a un ambiente con tassi di interesse più bassi, ridistribuendo la liquidità in eccesso o i fondi del mercato monetario in obbligazioni di alta qualità, come quelle corporate investment-grade.